(a cura di) CEMISS, Centro Militare di Studi Strategici

Autore: Elisabetta Trenta

Editore: Centro Alti Studi per la Difesa

Tipologia Prodotto: Monografia

Numero prima e ultima pagina: 5 – 121

Codice ISBN: 978-88-99468-67-5

Anno di Pubblicazione: 2017

Link: https://www.difesa.it/SMD_/CASD/IM/CeMiSS/DocumentiVis/Rcerche_da_pubblicare/Ricerche_2017/Ricerca_Trenta_rid.pdf

Abstract:

Le sfide del settore della sicurezza oggi chiamano in causa il ruolo contemporaneo di attori sia civili, pubblici e privati, sia militari ed è sempre più necessario creare sinergie operative e collaborazioni istituzionali al servizio dello Stato, usando, laddove possibile, gli stessi mezzi per soddisfare uguali necessità. In alcuni settori, come per esempio in quello spaziale, questo viene realizzato già da tempo; in altri, invece, succede solo in maniera contingente, come risposta a una crisi o a un’emergenza. Tutte le diverse articolazioni delle Forze Armate italiane sono dotate della capacità di fornire alla comunità servizi di utilità anche in settori diversi dalla sicurezza collettiva e che esulano, pertanto, dalla loro prerogativa istituzionale di deterrenza e difesa del territorio e delle libere istituzioni. Per tale ragione, sono in grado di concorrere, con l’impiego di personale, mezzi e materiali, a interventi coordinati dagli altri dicasteri in caso straordinaria necessità/urgenza, di ricostruzione e stabilizzazione. Dalla sistematizzazione di tali collaborazioni, oggi frammentarie, possono derivare sinergie operative, riduzione delle duplicazioni di ruoli e, quindi, risparmi per il bilancio statale, a vantaggio di migliori e più efficienti servizi per la collettività. Il duplice uso delle capacità della Difesa per scopi non militari è una risorsa per il Paese che, se resa sistemica, consentirà di accrescere la resilienza di fronte alle minacce di natura umana o naturale, supportando al contempo alleati e partner. A tal fine, la ricerca evidenzia la necessità di rendere strutturata e standardizzata la cooperazione civile-militare, attraverso lo sviluppo della capacità di pianificazione congiunta delle attività, l’adeguamento del quadro normativo di riferimento e lo sviluppo della conoscenza reciproca delle competenze e delle modalità operative delle diverse amministrazioni civili e militari. Occorrerà, inoltre, incrementare le esercitazioni condivise e, infine, ricercare e progettare insieme nuovi mezzi e tecnologie che possano essere funzionali ad attività di tipo militare o/e civile. L’approccio sopra descritto, è stato riassunto efficacemente con la definizione “multipurpose-by-design” ideata dal Centro Innovazione Difesa (CID) del III Reparto “Politica militare e pianificazione” dello Stato Maggiore della Difesa (SMD III Rep./CID) insieme al gruppo di lavoro e al Writing Team impegnati nella stesura del Concetto Strategico Capstone 02 (CC 02 – SMD) “Il duplice uso delle capacità della Difesa per scopi non militari e a supporto della resilienza nazionale”. Per supportare scientificamente la propria attività, SMD III Rep./CID ha chiesto al CeMiSS (Centro Militare di Studi Strategici) di inserire l’argomento del presente studio nel piano della ricerca 2017. I lavori del CID e il presente studio sono stati sviluppati in maniera coordinata. Lo scenario delle minacce internazionali e nazionali, analizzato nel primo capitolo, fa presagire che in futuro le collaborazioni della Difesa con le altre Istituzioni ed Enti civili tenderanno a crescere ancora di più, perché è prevedibile che la frequenza di emergenze e disastri di origine naturale o antropica aumenterà come, pure, si incrementeranno le crisi di natura sociale, economico e culturale capaci di dare vita a disagio sociale e, in casi estremi a movimenti insurrezionali e fenomeni terroristici. Pertanto sia la Difesa Civile, che si occupa delle situazioni di crisi del Paese sotto il controllo del Ministero dell’Interno/Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile, sia la Protezione Civile, che sotto la competenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, interviene in favore della popolazione nei casi di emergenza, vedranno aumentare la loro attività e, con questa, crescerà l’esigenza dei concorsi del Ministero della Difesa. D’altra parte, le Forze Amate giocano un ruolo essenziale nella gestione delle pubbliche calamità e in altri casi di straordinaria necessità e urgenza perché offrono velocità di dispiegamento e, soprattutto, assetti di comando e controllo (C2), logistici, di trasporto e comunicazioni prontamente utilizzabili e rispondenti alle esigenze di un’emergenza. In compenso, dalle attività di risposta alle emergenze e da tutte le altre attività a duplice uso le Forze Armate ricevono, oltre a effetti favorevoli sull’immagine e un’ulteriore occasione di addestramento e formazione, un contributo all’ottimizzazione dei costi dell’equipaggiamento e dei macchinari perché l’esistenza di un mercato più grande (a duplice uso, appunto), che può fare uso delle stesse tecnologia/competenze, favorisce la riduzione dei costi e garantisce il raggiungimento di maggiore efficienza. Le collaborazioni della Difesa di natura non militare in atto sono analizzate nel capitolo 2; il capitolo 3 esamina, invece, i concorsi in emergenza e in caso di crisi ed evidenzia alcune aree di miglioramento. Nelle conclusioni si afferma che, al fine di potenziare gli effetti positivi del duplice uso delle capacità della Difesa per scopi non militari, sarebbe utile elaborare una strategia nazionale dedicata, da condividere, coordinare e varare di concerto con le altre amministrazioni, con le imprese e con il mondo della ricerca e dell’università, basata sull’analisi e sulla classificazione di tutte le collaborazioni attuali e potenziali e sulla standardizzazione delle capacità. Si tratta, cioè, di produrre – in maniera condivisa e multidimensionale – una vision sul duplice uso, fondata su una valutazione economica più chiara del peso che il duplice uso già riveste per il Paese, e del valore aggiuntivo, espresso in termini di “utilità pubblica”, che potrebbe derivare non solo per la Difesa ma, attraverso l’apparato statale, per tutti i cittadini, “dal rendere domani sistemico ciò che oggi è ancora frammentario”.

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